Foto del mese - Giugno 2022

Un mantra tutto romano che adoro spesso ripetere perché, ne sono sicuro, ha un suo valore terapeutico, è “Sti cazzi”. Non è la prima volta che ne parlo in questo mio blog personale, ad occhio e croce, credo, non sarà l’ultima. Ma c’è una sua variante, importata dal napoletano (e dalla filosofia napoletana – linguaggio e filosofia di una città sono molto collegati tra loro) che adoro in forma sublime e che è la mitologica “e chi se ne fotte!”.

Non avete idea di quante volte questo “e chi se ne fotte” mi ha salvato la vita. Ma non la vita quella biologica, per intenderci. Diversi e sani “e chi se ne fotte” mi hanno salvato decine di volte da scelte sbagliate, da schiavitù lavorative, sentimentali e famigliari da cui mi sembrava impossibile anche solo immaginare di poterne uscire. Ed invece era possibile e senza quei mastodontici “e chi se ne fotte” non avrei trovato in me il coraggio per venirne fuori, ancora una volta.

Consiglio a tutti, se non l’avete mai fatto, di dotare il vostro arco di questa freccia espressiva. L’efficacia è garantita ma, mi raccomando, usatela con parsimonia.

Ora, forse vi starete chiedendo cosa centri questa frase con la foto del mese che avete visto come incipit di questo post. C’entra, e come se centra cari miei.

Chi sono loro

Partiamo dal dire chi sono i due personaggi della foto? Avrete inteso che si tratta di soldati e, non serve molta fantasia per intuire che si tratta di soldati ucraini. Quello che (volutamente) la foto non fa subito intendere è quello che questi due soldati stanno facendo. No, non sono nel pieno di uno stand up meeting prima di andare in battaglia. Questi due soldati si stanno sposando.

Adesso, non prendetemi per romantico (e non c’è nulla di male nell’esserlo), ma io, nel guardare questa scena, mi sono letteralmente commosso. Sì perché, pensateci, cosa c’è di più rivoluzionario, di più vicino al prima citato “e chi se ne fotte”, di due sposi che, sotto le bombe si giurano amore per l’eternità. Si promettono l’eternità mentre tutto intorno sembrerebbe indicagli di essere più cauti, di badare all’oggi e al domani al massimo. E invece loro no, se ne fottono, come detto (perdonatemi se lo ripeterò più e più volte) e non hanno nessuna intenzione di rinunciare al loro amore, ma, più in generale ai loro sogni malgrado anche il buon senso gli stia dicendo il contrario.

Che foto meravigliosa! Questi sono gli scatti che mi fanno innamorare ancora di più della fotografia, per la sua capacità di catturare in un attimo di infinito un messaggio che davvero è destinato a durare per l’infinito, perché, sono sicuro, foto come questa torneremo a guardarla anche quando i cannoni finalmente taceranno e, forse, riusciremo a dimenticare questo odioso conflitto.

Finale

Questi due soldati sposini ci insegnano che non ci sono limiti nella vita rispetto a quello per cui noi tutti abbiamo il diritto di poter dire “e chi se ne fotte”, ed il loro sorriso timido sotto gli elementi, è per me una grande iniezione di coraggio con cui riuscire a sopportare i miei guai, i miei problemi, le mie paure, infinitamente più piccole delle loro. Quanto potranno mai essere grandi i miei problemi, le mie miserie, tanto da non farmi essere grato alla vita che vivo? Non abbastanza, a pensarci bene.

Mi piacerebbe quindi averli di fronte a me questi due sposini soldati, per ringraziarli,e nella migliore delle tradizioni urlare insieme “w gli sposi”, almeno per oggi; poi domani, quando le bombe (vere o metafisiche della vita di ognuno) torneranno a colpire torneremo rispondere con un sonoro “e chi se ne fotte”.