Come imparare a fregarsene del giudizio degli altri

Se stai leggendo anche tu questo post è perché, molto probabile, appartieni anche tu a quel 99% della popolazione mondiale che vive facendo caso al giudizio degli altri. Io, tra le più grandi fortune umane che ho, ho quella di esserne diventato col tempo completamente indipendente e per questo mi sento di poter dare qualche consiglio a chi forse avrebbe bisogno di uscire da questa posizione succube rispetto agli altri, a qual che dicono, a quel che pensano. Come imparare ad esserne indipendenti? Segui queste mie 5 regole d’oro.

Conosci chi sei e cosa vuoi.

L’ho messo come secondo punto ma in realtà sarebbe potuto essere il primo. Ognuno di noi è un’entità di essere, ovvero ciò che davvero è, e di volere, ovvero ciò che vuole dalla vita. Ho volontariamente escluso l’avere perché secondo me non è ciò che abbiamo a determinare la nostra dimensione. Ma ciò che siamo e ciò che vogliamo. Ebbene proprio queste due entità dovrebbero essere gli unici giudici secondo cui scrivere il percorso della nostra vita, delle nostre scelte personali, affettive e lavorative. Coltivare ciò per cui siamo nati. Ma bisogna prima conoscere chi siamo davvero e cosa vogliamo In questo percorso può essere utile rivolgersi a un mental coach o a uno psicoterapeuta. Ne vale la pena ve l’assicuro. Una volta che avrete chiaro in mente chi davvero siete e cosa davvero volete (e non quello che vi richiede il mondo), la vostra esistenza cambierà in meglio e sarà decisamente in discesa anche di fronte alle scelte di vita più drammatiche.

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Rincorri la tua felicità: è un dovere

La Costituzione Americana parla di diritto alla felicità. Io non ne sono del tutto sicuro onestamente, che si possa parlare di diritto. Quello di cui sono certo invece è la rincorsa della felicità personale è un dovere assoluto di ognuno di noi. Da quando ci alziamo la mattina a quando andiamo a dormire la sera, la nostra giornata dovrebbe scandirsi secondo quest’unico obiettivo. Capire cosa ci rende davvero felici (parte difficile), e ricorrerlo (non facile, ma nemmeno impossibile). Se mai dovessimo entrare in quest’ottica di idee il giudizio degli altri diventerebbe un venticello nemmeno in grado di smuoverci i capelli. Malignità, giudizi, invidie avrebbero il peso specifico dell’aria: perché noi non abbiamo più il tempo di dar loro peso, noi abbiamo un dovere, noi dobbiamo ricorrere la felicità. Abbiamo tutti un tempo limitato su questo pezzo di mondo, limitato e non noto a priori. Non c’è dunque tempo da perdere nella ricerca della felicità stando dietro i giudizi degli altri. Apri l’ombrello del tuo coraggio e inizia ora la tua ricerca.

Il giudizio positivo degli altri ti ha fatto stare bene?

La prima domanda che dovresti farti è, ripensando a tutta la tua vita: tutte le volte che hai sentito e soprattutto seguito il giudizio degli altri, ti sei sentito meglio? Ora, non esistono statistiche universalmente riconosciute rispetto a questa mia domanda ma se devo basarmi sulla esperienza mia e delle persone che ho conosciuto direi che la risposta è no. Star dietro al giudizio degli altri, magari assecondandolo quasi mai fa stare meglio la persona. Vorrà già dire qualcosa? Tienilo a mente.

Se cerchi la perfezione sappi che ti stai prendendo in giro

Conosco tanta gente che teme il giudizio degli altri perché appartiene alla schiera dei perfezionisti assoluti. Oh tutti voi che appartenete a questa schiera ascoltate il giudizio del vostro Roberto Maggio: arrendetevi, senza se e senza ma. Se continuerete ad inseguire una vita fatta di perfezione, che sia essa fisica, stilistica, economica o morale, sappiate che il vostro esito sarà uno solo, ed è già prevedibile oggi; ad un certo punto vi renderete conto che il vostro tempo su questo mondo starà volgendo al termine senza che la chimera della perfezione si sia mai palesata nelle vostre esistenze. Nemmeno per un attimo di sfuggita. Tenetevi forte cari miei, la vita è imperfetta. Fatevene una ragione, glissate sui giudizi scontati degli altri che ve lo fanno notare e andate avanti.

Impara a “leggere i giudizi” degli altri

I giudizi delle persone sono agglomerabili in questi set interpretativi: se sono positivi sono o falsi o ricolmi di invidia quindi non c’è da dargli troppo peso. Se invece sono negativi allora possono essere sia oggettivi e quindi da prendere in considerazione, secondo i vostri schemi, sia ricolmi di invidia (e quindi da scartare). La bravura sta nel discernere quindi i giudizi negativi. Ma è una dote che si impara col tempo e con l’esperienza.

“Giudico le persone in base ai loro princìpi, non ai miei.”

MARTIN LUTHER KING