Ghosters & Ghosted
Lo chiamano “ghosting”… E’ uno dei principali fenomeni comportamentali dell’era odierna, e consiste nella tendenza, da parte di alcuni, a sparire, letteralmente, da cui il riferimento al termine inglese “ghost”, fantasma. Loro, i “ghosters”, spariscono… E lo fanno in ogni tipo di relazione e rapporto. Spariscono e si allontanano principalmente dalle relazioni sentimentali, e ciò avviene a prescindere da quanto esse siano consolidate. Ma ci sono anche i “ghosters” che spariscono dagli amici ma anche dai posti di lavoro (attenzione a non confonderli con gli “imboscati”, i ghosters non sono degli scansafatiche). A prescindere dal rapporto in questione il meccanismo alla fine è sempre lo stesso. Loro da un giorno all’altro spariscono. Pare sia, come scrivevo all’inizio di questo post, un processo figlio dei nostri giorni. In particolare il ghosting nelle relazioni sentimentali lo si fa coincidere con il boom delle piattaforme di dating da cui, evidentemente, troppo spesso nascono rapporti molto deboli che i “ghosters” fanno terminare sparendo, a modo loro.
Due sponde
Ah, dimenticavo di dire che se da una parte ci sono loro, i ghosters, quelli che spariscono, dall’altra ci sono le vittime del loro comportamento, i “ghosted”. Vi è mai capitato di essere in qualcuno di questi due ruoli? Ma quali sono le ragioni del ghosting? Su questo si interrogano gli psicologi. Ora,io non voglio rubare il mestiere a nessuno ma, in questo momento della mia vita, sto cercando di capirne un po’ di più su questi comportamenti e in generale su questo fenomeno del ghosting. Cerco di capirne innanzitutto perché ho bisogno di dare delle risposte a me stesso e ad alcune cose che vedo intorno a me. Perché i ghosters spariscono? La prima risposta, quella che darebbero il 90% degli intervistati, è che i ghosters spariscono per codardia. Non è una risposta per forza corretta ne per forza sbagliata, a mio avviso. Parliamoci chiaro: se incontri uno su Tinder, ci esci una sera, e poi questo chiude i ponti sparendo e bloccandoti su social e chat, beh, è chiaro che il problema non è il ghosting in se ma semplicemente che l’appuntamento non è andato bene. Punto. Diverso è il discorso quando il ghosting si manifesta, ad esempio, all’interno di relazioni consolidate. Perché avviene in questi casi? Nella mia spiegazione, in questi casi, ghosting, si associa di più alla parola “debolezza” e che alla “codardia”. Il ghosters è un debole. E non lo dico in senso critico… Sospetto che alla fine questa loro tendenza a sparire si spieghi innanzitutto con una loro debolezza “strutturale”. Ognuno di noi crescendo, si forma strutturalmente, tanto nel fisico quanto nella mente, grazie all’educazione e alle esperienze che facciamo. C’è chi in questo processo di formazione, vuoi per tare famigliari, vuoi per problemi e vissuti personali, cresce con dei “buchi” di formazione, delle mancanze che poi possono manifestarsi in atteggiamenti come il ghosting.
Cosa fare con i ghosters
Quindi dobbiamo compatirli? Non voglio dire questo: è infatti ben chiaro nella mia mente che il ghosting ha una vittima, il ghosted, ovvero la persona abbandonata, ed un carnefice, il ghoster, quello che sparisce. Ma credo sempre che vada fatto uno sforzo in più quando si ha a che fare con gli altri, nel cercare di capire certi comportamenti. Che non significa giustificarli, accettarli. I ghosters infatti creano danni psicologici non da poco nelle persone abbandonate. Che finiscono per sentirsi colpevoli. Che finiscono per sentirsi inadeguate e non all’altezza, con possibili evoluzioni in crisi di rabbia o depressione. Non è roba da poco. E poi chi viene abbandonato vive anche il problema di non sapere come relazionarsi con il ghoster. Deve cercarlo? Deve lasciarlo perdere per la sua strada? Una situazione complicatissima in cui trovarsi, che genera dolore e frustrazione in chi, suo malgrado, si ritrova a viverla, senza sapere assolutamente nulla sul modo giusto con cui uscirne. Ma proprio perché il ghosters, dal mio punto di vista, è innanzitutto una persona fortemente debole, credo che chi si trova dall’altra parte, nel provare a “redimerlo” da questo suo modo di fare, debba innanzitutto provare a tranquillizzarlo. Già, la vittima che consola il suo carnefice. Ma attenzione, perché lo fa per provare a prosciugare quelle sacche di paura che poi lo portano a comportarsi così. E’ questo il punto fondamentale.
Alla fine
Ci saranno sempre ghosters che spariranno dalle relazioni come dai rapporti personali di altro tipo. Ma, se a qualcuno di loro gli si da la possibilità di comprendere che, alla fine, quello che gli si sta offrendo è solo amore e non una gabbia o un collare con cui tenerli in schiavitù per il resto della loro vita, beh, penso che forse qualche volta riusciremo a dar loro il coraggio di scegliere, se trascorrere del tempo di vita con noi, ma in libertà, e non perché costretti da sensi di colpa o altro, senza dover scappare. La libertà è fondamentale nelle relazioni, quanto lo è il rispetto, ed i ghosters hanno bisogno di quella libertà che gli serve a capire (con più tempo rispetto alla media) quello che vogliono. Certo prima o poi dovranno decidere e, se il nostro approccio “di compatimento” avrà funzionato, forse otterremo una risposta (positiva o negativa che sia) e non una scomparsa rispetto alla domanda fatidica “hai ancora voglia di stare con me?”. Che poi, diciamoci la verità, è una domanda molto scomoda anche al di fuori del ghosting e dei ghosters; sì perché loro spariscono, lo sappiamo, ma cosa accadrebbe se ogni giorno mariti e mogli di tutto il mondo si chiedessero in estrema sincerità “hai ancora voglia di stare con me?” e potessero rispondere con altrettanta sincerità. Chissà quante relazioni si dissolverebbero. E allora forse i ghosters sono dei deboli ma anche persone in grado di guardare un passo avanti rispetto agli altri, di andare oltre quello che ci si vuole sentir dire. Non lo so. Il fatto è che le relazioni sono complicate. Sentimenti e desideri personali alle volte combaciano, altre volte finiscono per fare a botte tra loro ed è lì che succedono i casini.
Io amo
Io, personalmente, mi sono dato l’unico metro della “sincerità”, un metro che, non foss’altro che per un fatto anagrafico posso e devo adottare, perché non ho voglia di perdere tempo e far perdere tempo agli altri in relazioni o rapporti a perdere. Amo con estrema sincerità e verità, e ne pago il prezzo quando ciò è necessario. Ma mi va bene così. E se qualche volta, forse già è avvenuto, o forse avverrà, non mi esprimo a riguardo, mi troverò nella situazione di essere abbandonato da un ghoster, beh, dovrò fare i conti unicamente con me stesso. Se avrò dato sinceramente, senza misura come so fare io di solito, allora non avrò nulla di rimproverarmi. Ligabue in una sua canzone dice “ci si prende per farselo un po’ in compagnia”, ebbene: so per certo che se a un certo punto della mia vita ho deciso di trascorrere un pezzo di strada con una persona, è perché ero profondamente convinto di fare quel pezzo proprio con lei, convivendone panorami ed asperità. Se poi alla fine quella persona dovesse rivelarsi non quella giusta o addirittura un ghoster che prende e sparisce, beh, sapete che vi dico? Pazienza. Alla fine, mal che vada, il ghoster può portarmi via se stesso innanzitutto, e la possibilità di quel “che sarà”, ma non può togliermi “quel che è stato”. Guarderò indietro solo per rigustarmi il pezzo di strada “fatto in compagnia”, almeno per quel tratto, almeno per quel pezzo di strada e di vita, ne sono certo, ne sarà valsa la pena, ne sarà valsa l’allegria.