L'effetto Dunning-Kruner
“Chi sa fa, chi non sa insegna”, diceva un vecchio proverbio. Parole sante, tanto per rimanere in vecchi logismi. Quello che però i nostri avi non avrebbero mai immaginato è che un giorno, degli scienziati, ed in particolare gli psicologi Dunning e Kruner della Cornell University negli States avrebbero codificato tale proverbio secondo canoni moderni questo detto all’interno di un vero e proprio disturbo cognitivo ufficialmente riconosciuto. È quello che va sotto il nome di “Effetto Dunning e Kruner”. Di cosa si tratta? È molto semplice: l’effetto Dunning e Kruner prevede che in un qualsiasi contesto sociale (famigliare, lavorativo, di coppia etc) accada spesso che la persona che sa di più sia quella più silenziosa, diversamente da quanto fa chi sa molto poco e che spesso riempie questo vuoto con mille parole, andando così a sovrastare chi invece sa.
Poco male direte, è così che va il mondo da sempre. Sì, è vero, in parte. Perché attenzione l’effetto Dunning e Kruner non codifica i comportamenti di chiacchieroni o presuntuosi esibizionisti. È qualcosa di diverso e più sottile e se vogliamo anche più grave. Si tratta, come detto, di un vero e proprio disturbo cognitivo, ovvero una disfunzione nel modo in cui la persona si interfaccia col mondo e gestisce le proprie conoscenze ed azioni. Dicevo che è qualcosa di più sottile perché in alcuni casi, o almeno in quelli effettivamente categorizzabili come “effetto Dunning e Kruner”, chi non sa finisce per credersi parecchio preparato su un certo argomento non per una questione di superbia ma perché i suoi meccanismi cognitivi, evidentemente fallati, lo portano a sovradimensionare quanto ne sa di una certa materia. Un classico errore di valutazione che, può essere (solo) antipatico nei rapporti personali ma può portare disastri se applicato ad ambiti particolarmente sensibili: pensate quanto sareste felici di farvi operare da un chirurgo sotto effetto Dunning e Kruner. Allo stesso modo l’effetto Dunning e Kruner può diventare pericoloso quando alle persone che soffrono di questo disturbo cognitivo viene dato un microfono o un palcoscenico, e non solo in senso figurato: pensiamo ad esempio agli effetti delle parole di alcuni politici e di tanti opinionisti che affollano i salotti dei talk show. Di fronte alla complessità delle cose le persone affette dall’effetto Dunning e Kruner usano uno schema collaudato: semplificano, apprendono, velocemente, due nozioni di base che poi provano a rielaborare con parole sofisticate ed efficaci (ed in questo sono bravissimi), il tanto che serve per conquistare o soggiogare i loro interlocutori. Possibilmente precludendo qualsiasi spazio di espressione a chi invece sa.
Come comportarsi
Come riconoscerli? Non esiste un manuale in materia ma, se volete posso condividervi una tecnica tutta mia, che, nel corso degli anni, si è sempre dimostrata abbastanza efficace, e che consiste nel diffidare (di default) di tutte le persone che anche per concetti molto semplice come il dire “Come stai?” alzano la voce. Lo so che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio (ancora proverbi, lo so), ma vi assicuro che nella stragrande maggioranza dei casi ci prendo. Chi ha qualcosa di importante da dire non si sforzerà più di tanto di urlare, a prescindere dal contesto, perché è in grado di sostituire i decibel col contenuto. Ascoltate, ascoltiamo di più chi parla piano, e chi non ha fretta di dire quello che pensa. Diamogli tempo per parlare, diamoci del tempo per imparare.