Abitudini che ci rendono infelici
Se poco poco fate una ricerca su internet utilizzando chiavi tipo “come essere felici”, statene certi, troverete milioni di risultati; poi però ci si guarda intorno e tutta questa felicità non c’è quindi, o quanto gira su internet, detta alla romana, son solo un mucchio di “fregnacce”, oppure qualcosa deve essere andato storto. La verità, e non è qualcosa che scopro io, è che purtroppo (ma forse anche per fortuna) non esistono ricette per la felicità e ognuno di noi, ammesso che ci riesca, è tenuto a trovare da solo il mix giusto che fa al caso suo. Anche io, sebbene sin qui non posso dire di non aver vissuto una vita felice, non ho ancora maturato nella mia testa una ricetta per la felicità, ne che funzioni per me, ne tantomeno, che funzioni per gli altri. Ho però messo a fuoco almeno tre comportamenti da evitare lungo la nostra ricerca della felicità. Anche qui, ripeto, non ha la presunzione di dire che si tratti di regole valide per tutti. Si tratta piuttosto di insegnamenti frutto della mia esperienza di vita che vi voglio condividere.
Gli altri non fanno paura
Non conosco persone sole e felici. Per carità non tutti quelli circondati da tanti amici sono felici ma è indubitabile che lo stare in mezzo agli altri sia un ottimo viatico per una vita felice. Gli altri possono diventare tante volte fonte di problemi: quando manca la comprensione, quando emerge la cattiveria o l’invidia. Ma resta il fatto che nasciamo e moriamo come animali sociali, e l’altro quindi non deve mai diventare un elemento di paura, che si tratti di un nostro congiunto o di uno straniero. Nell’altro potremo sempre trovare spunti di crescita personale e culturale. Baden Powel diceva che se io do un penny a te e tu ne dai uno a me alla fine ognuno di noi avrà sempre un penny. Ma se invece ci scambiamo idee alla fine ognuno di noi ne avrà due. Ecco questo “l’altro”. Un’opportunità ancora da scoprire di cui non dobbiamo avere timore. Alle volte potrà farci male ma saranno innumerevoli le volte in cui gli altri, con il loro conforto e le loro esperienze, ci aiuteranno a superare guai o momenti no.
Non pianificate la vostra felicità
In un film di Salvatores, Amnesia, c’è uno dei personaggi che dice qualcosa tipo: “Mentre gli uomini fanno progetti gli dei se la ridono”. Noi passeremmo la vita a programmarci anche le pause pipì, mentre lassù da qualche parte dell’universo qualcuno se la ride sapendo bene quanto vacui siano i nostri progetti rispetto alla imponderabilità della vita. È proprio così, e l’errore più grande che possiamo fare è quello di pensare anche solo per un momento che il nostro programmare possa in qualche modo predisporci alla felicità. Fesserie. La felicità è una emozione estrema, veloce e fugace come orgasmo e, proprio come quest’ultimo, assolutamente immune a qualsiasi tipo di programmazione. Riusciamo ad essere felici quando smettiamo di fare programmi e ci lasciamo andare alla vita, per come viene, con i suoi alti ed i suoi bassi. Questi ultimi sono fondamentali da vivere nel momento in cui ci si presentano.Quando mai infatti potreste sentire di essere felici e poterlo gridare consapevolmente al mondo intero se prima non avete pianto, se prima non avete provato la sofferenza, il disagio, il disinganno? È impossibile. Per questo bisogna sapersi lasciare andare tante volte, e lasciare che le cose seguano il loro corso naturale senza star li troppo tempo nel cercare di governarle.
Non abbiamo bisogno di tanto
Lo so che detta da me (e chi mi conosce capirà) questa frase può suonare un po’ “ipocrita”, ma vi giuro che ci credo davvero. Come ho scritto già in un mio precedente post, a questo punto della mia vita mi è chiarissimo che ciò che mi manca per essere felice non può essere acquistato. E di contro quindi ho imparato che ognuno di noi avrebbe bisogno davvero di poco. Siddhartha diceva che ciò di cui abbiamo bisogno sta tutto nel volume di un pugno (o del cuore se volete la versione più romantica). Lui si riferiva al fatto che se hai con te un po’ di fagioli ed un sorso d’acqua non ti manca null’altro per vivere. Beh, io non sono così spartano ma, e in questo i viaggi mi hanno insegnato tanto, mi rendo conto che sono davvero poche le cose che ci servono per stare bene a questo mondo. E allo stesso modo sono poche anche le persone di cui abbiamo bisogno per essere felici. Dimenticatevi le lunghe liste di amici della vostra lista di contatti su Instagram: la vostra felicità si sviluppa a partire da pochi e ben definiti rapporti interpersonali. Come riconoscerli? Beh io ho architettato una tecnica molto semplice ma efficace. Sapete quali sono in estrema sintesi ed al di là di ogni ragionevole dubbio le persone che vi servono vicine per essere davvero felici? Esattamente quelle, e nessuno di più, che vorreste affianco a voi nel vostro giorno più buio. Ne uno di più ne uno di meno. Più facile di così!