Le difficoltà dell'amare
Siamo nell’antica Grecia, quella del mito per intenderci. Qui c’è Psiche (in greco “anima”), ultima di tre sorelle. Bella, bellissima, meravigliosa, tanto perfetta da stuzzicare l’invidia della dea Afrodite. Quest’ultima non può accettare che esista al mondo un essere più bella di lei e quindi, comanda suo figlio Eros affinché colpisca Psiche con una freccia incantata che la costringa, di lì in poi, ad innamorarsi dell’uomo più brutto del mondo. Il caso vuole che Eros, maldestramente, finisca per sbagliare il compito a lui dato, fino a colpirsi da solo con una delle sue frecce, innamorandosi perdutamente di Psiche. Di lì in poi i due, affronteranno un lungo cammino. Saranno inizialmente amanti, avvinghiati in folli notti di sesso, che però durano fino a quando Psiche, schiava della sua curiosità, scoprirà la vera identità del suo amante, ovvero Eros. A questo punto l’ira di Afrodite, che nel frattempo si sente tradita dal figlio che non ha obbedito al suo ordine, costringerà Psiche ad affrontare diverse prove, finanche quella di scendere agli inferi, nel regno dei morti. Saranno prove tremende, in certe fasi crudeli, ma che avranno una loro utilità: gli dei infatti, stupiti dalla perseveranza dei due amanti, Eros e Psiche, perdoneranno la colpa iniziale e permetteranno loro di vivere liberamente il loro amore, per l’eternità. Sì perché la perseveranza di Psiche sarà premiata dagli dei con il dono più grande per un umano, l’immortalità. Insomma il classico “e vissero per sempre felici e contenti”… Ma non ci fate troppo la bocca.
Amore e Psiche
Da allora questa storia è restata incisa per l’eternità sotto il nome di “Amore e Psiche”, una storia d’amore scolpita sapientemente dal Canova in una delle sue opere più celebri (l’immagine che vedete nel post). Una storia eterna che, nella sua allegoria, non smette di interrogare anche noi, uomini e donne del ventunesimo secolo, su quello che è il rapporto tra amore ed anima, e su quelle che sono, sovente, le difficoltà che un amore ed un’anima possono incontrare. L’abbraccio eterno di Amore e Psiche, seppur impersonificato da personaggi mitologici, è in realtà la raffigurazione plastica di quello che sono i sentimenti nel mondo reale. Un mondo in cui ci sono anime (Psiche), che vagano lungo il cammino della loro vita cercando l’altra metà della loro mela . Ed alle volte, i casi più fortunati, riescono ad anche incontrarsi fino a trovare il loro senso finale, l’Amore (Eros). Ma questo non basta. Se c’è una cosa infatti, che il mito di Amore e Psiche ci racconta è che non basta la fortuna di avere incontrato l’anima gemella per poter godere di una felicità duratura. L’amore, quello vero, quello che ti cambia la vita, e che magari la racconta pure diventando il famoso “amore eterno”, non è solo figlio della fortuna. Essa è forse solo uno dei genitori di questo fantomatico amore di cui tutti ci riempiamo la bocca. Questo amore che, almeno a parole, tutti dicono di cercare nella vita.
Non è solo fortuna
Non basta infatti solo la fortuna di aver incontrato la persona giusta (e già questo sarebbe tanto). L’amore è anche fatica. Tantissima fatica, e non c’è niente di più sbagliato di quelle semplificazioni che ci raccontano che se è vero amore allora non dovrebbe essere complicato. Stronzate. Anche l’amore più nitido, quello in cui anima e corpo trovano la loro dimensione perfetta, anche quello ha le sue difficoltà. Sono le difficoltà che nascono dall’accettarsi in toto e dall’accettare i punti interrogativi che ogni storia ha davanti se. Sono le difficoltà che nascono nei momenti bui, quelli in cui le nuvole prendono il sopravvento sul sole. Ci sono poi le difficoltà che nascono dalla noia, tipica dei rapporti più lunghi. E ci sono quelle che io chiamo le difficoltà “logistiche” dell’amore, ma non per questo meno importanti. Pensate a che coraggio ci vuole a buttarsi in una nuova storia quando c’è di mezzo una qualche distanza che sia essa geografica, di età o di cultura. O quando, più semplicemente, per modo di dire, serve il coraggio per far finire una vecchia storia logora, senza futuro, per buttarsi in quello che, corpo e anima, riconoscono come un vero amore che ci sta passando davanti come un treno da prendere. Eros e Psiche ci hanno creduto, sempre, hanno superato ogni tipo di avversità ed alla fine sono stati premiati. Ma come la loro storia (e direi anche la nostra realtà) ci insegna, godere dell’amore non è a costo zero. Tutt’altro. E sapete qual è la parte peggiore. Il lato oscuro di tutta questa storia è che, a differenza del mito di Amore e Psiche, non sempre le storie d’amore vero hanno il loro lieto fine. Possono finire male anch’esse. Ma non per questo non meritano d’essere vissute. Questo è un passaggio cruciale. Perché, fateci caso, Eros e Psiche non sapevano che un giorno sarebbe arrivato loro il premio dell’eternità. Gli bastava solo cercarsi perché intimamente sapevano che l’altro era il senso finale della propria anima, il sale che dava sapore alla propria vita. E questo gli è bastato. E l’amore, foss’anche per un solo giorno, una sola notte insieme, una sola ora, premia sempre il coraggio. Lo fa sin dai tempi di Amore e Psiche…