“Grazie Roma, Che ci fai vivere e sentire ancora, Una persona nuova”. Così cantava tanti anni fa Antonello Venditti, e quella che era una canzone d’amore alla propria città è diventata poi nei decenni a seguire un inno trans-generazionale. Ora, non me ne vogliano romani e romanisti, e ne sono circondato essendo io per primo un romano di Roma, ma oggi vorrei provare a modificare leggermente il testo di Venditti per cantare il mio ringraziamento ad un’altra città, un’altra capitale: Praga.
Vedete, penso di aver ormai capito che i viaggi per me, oltre ad essere un “movimento naturale dell’anima”, sono spesso anche un vero e proprio momento taumaturgico, un momento in cui, quando sento di aver toccato il fondo, capisco che posso solo risalire. E il modo migliore prendere il coraggio ed il respiro per tornare su, per me, è viaggiare. E così è stato anche questa volta.
Lasciata Roma con le sue luci, quelle di sempre, e i suoi bui degli ultimi tempi, ho deciso di fare davvero un regalo a me stesso prendendo un aereo e scappando via da tutto quello che Roma rappresenta per me in questo momento, ovvero un complesso chiaroscuro che devo ancora comprendere del tutto.
E ho deciso di farlo regalandomi il lusso di avere al mio fianco una di quelle compagnie che fanno bene all’anima, quelle che ti tirano fuori un sorriso, un momento di evasione, proprio nell’esatto istante in cui invece la testa tenderebbe ad andare altrove.
E così rieccomi a Praga. Rieccomi perché non è la prima volta, ma Praga, un po’ come la mia Roma, ha un fascino così potente ed esplosivo tale da non darti mai il senso del “già visto”. Starè Mesto, l’Orologio Astronomico, il Ponte Carlo, il Castello. E poi ancora Malà Strana e la Fortezza di Vysehrad. Non ricordo nemmeno più le volte che le ho già viste eppure, vi assicuro, in questi giorni a Praga, mi sentivo parte di quelle migliaia di turisti che erano lì insieme a me, ma per la prima volta. Stupito e affascinato mi sono fatto sedurre ancora una volta dal fascino di questa città senza tempo che, non paga della bellezza e della fama costruite nel corso di secoli, mi offre ogni volta una esperienza nuova in grado di alzare ancora una volta l’asticella del mio benessere.
Questa volta in particolare la novità è stata la sauna nella birra, una immersione quasi totale (fisica e non solo bevereccia) in della birra che pare abbia effetti positivi anche sul nostro corpo oltre che sul nostro umore.
E’ stata una vacanza breve, ma, come si suol dire in questi casi, anche parecchio intensa e, devo ammettere, che l’averla trascorsa in piacevole compagnia ha dato un maggior sapore al tutto. Arrivato a Praga ammaccato sento di esserne tornato con una maggior consapevolezza di me stesso, sento di poter voltare pagina, sento di avere tra le mie mani un foglio bianco tutto da scrivere.
Contraddicendo la mia storica abitudine al viaggiar da solo questa volta mi sono accompagnato di chiacchiere e sorrisi che hanno reso questi pochi giorni a Praga memorabili. Una di quelle situazioni che, mentre sei lì sull’aereo sulla via del ritorno, sei già a pensare a come rifarlo un’altra volta, magari in una destinazione diversa ma con lo stesso mood, e magari la stessa compagnia. Come si dice in gergo calcistico (e qui ritorna prepotente il Venditti di cui sopra), “squadra che vince non si cambia”.
Grazie per questa breve inebriata di magia cara Praga. Non è stata la prima volta, non sarà l’ultima. Ci rivedremo molto presto.