Non ascoltare i consigli
"Siate cauti nell’accettare consigli.
E pazienti con chi li dispensa.
Accettate quest’ultimo consiglio.
Non accettate mai consigli.."
Si conclude con queste parole la canzone “Accetta il consiglio”, di Franco Battiato, una canzone a sua volta ispirata al monologo finale del finale del film “The Big Kahuna”. È uno di quei testi che non sono ne musica, ne poesia. Sono piuttosto “parole di madre”, valide anche per chi ancora ce l’ha, ce l’ha avuta o non l’ha mai incontrata. Ti insegnano a stare al mondo più di mille trattati. Un succo superconcentrato di vita e di esperienza che, quasi per contrasto, si conclude nell’unico possibile e vero consiglio che si potrebbe dare ad una persona che è quello di non accettare consigli. E non per una qualche forma di antagonismo verso quello che, io ritengo essere un valore fondamentale nella vita, l’esperienza. Semplicemente l’invito che fa la canzone e che anche io a modo mio faccio mio, è quello di non pensare mai di poter incanalare la propria esistenza secondo regole e regolette definite, in base alle quali basta seguire i giusti consigli perché tutto fili liscio. La verità è che la vita se ne fotte anche dell’esperienza, anche quella di mille anni e di mille uomini; cambia le carte in tavola, inventa sgambetti che sparigliano le carte sul tavolo da gioco. E li non c’è esperienza che tenga. Mi capita, alle volte, soprattutto quando rivedo mie vecchie fotografie di “qualche” decennio fa, quasi di parlare con il Roberto che vedo su quelle immagini. A volte, spesso a dire il vero, gli faccio i complimenti per quello che è riuscito a fare, alle volte invece vorrei quasi dargli dei consigli. Per affrontare quello che sarà che, anzi, per un gioco di tempi, è in realtà quello che è stato. Credo che sia una esperienza che capita a molti quella di voler parlare con i se stessi di diversi anni prima. Ma come sappiamo è un’illusione perché il tempo ha un solo verso, ahinoi, ed è quello che porta dal passato verso il futuro e mai il viceversa.
Nessuna lezione da imparare
Ed in questo movimento perenne l’unica vera lezione che possiamo imparare rispetto al vivere ed agli sgambetti con cui la vita alle volte ci insidia, l’unica vera lezione è che non ci sono lezioni per spiegare la vita stessa. Che siate scienziati plurilaureati o totali analfabeti ferite e sorrisi rimediati saranno l’unica bussola della vostra esistenza, il nord ed il sud grazie ai quali indirizzare i vostri passi. E chi se ne fotte se li indirizzerete su strade sbagliate, sbagliate a tal punto da costringervi a tornare indietro. E chi se ne fotte se ogni tanto il percorso che avrete scelto sarà impervio al punto da farvi cadere. Sapete cosa rispondo a chi mi dice di non sapere cosa fare nella vita? Di fottersene perché non siamo su questo mondo per pianificare la nostra vita ma per viverla: vita significa vivere, lo dice la parola stessa, non pianificare. Con i mille dubbi che ciò comporta. Ogni giorno si aprono gli occhi e si va in scena, senza copione. Con le incertezze rispetto a quello che sarà che spesso diventano l’unico pane di cui nutrirsi, almeno in certi passaggi. Che tristezza che mi fanno le vite già pianificate, quelle in cui è già tutto bello che definito. Ieri hanno fatto quello, per essere qui oggi e trovarsi lì domani. Che pena! Ma tant’è, contenti loro! Io non la voglio posare la penna della mia vita, e finché avrò un foglio bianco ancora da scrivere allora saprò di essere vivo; ho solo bisogno di quello, di un cuore che batte e di polmoni ancora gonfi di aria nuova.