Perchè ci innamoriamo

Tratto da “ Quando tutte le donne del mondo “di Simone de Beauvoir – “ L’amore ci coglie sovente di sorpresa. Soltanto quando incontriamo l’uomo, la donna che soddisfa la nostra aspettativa quell’aspettativa si rivela a noi. L'amore non nasce quando la vita colma i tuoi desideri, né quando ti schiaccia, ma si presenta soltanto a coloro che, apertamente o in segreto, desiderano un cambiamento... E qui ritorno al punto di partenza. Perché ci s’innamora? Nulla di più complesso: perché è inverno, perché è estate; per eccesso di lavoro o per troppo tempo libero; per debolezza, per forza, per bisogno di sicurezza, per amore del pericolo; per disperazione, per speranza; perché qualcuno non ti ama, perché qualcuno ti ama.” Una vecchia canzone di Luigi Tenco recitava: “Mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare”. Una frase che in qualche modo è diventato uno di quei meme senza tempo con cui si tende a completare la frase “Mi sono innamorato di te perché…”

Domanda difficile

Pensateci bene è una delle frasi in assoluto più difficili da completare, e non importa se lo chiedete ad una coppia appena formata o a due anziani nonnini che condividono la vita insieme da 60 anni o più. Sarà per loro sempre difficile trovare una giustificazione all’innamoramento. Nel corso dei secoli in tanti si sono interrogati sul tema. I filosofi, ad esempio Platone, facevano nascere l’innamoramento a partire dall’anima. I medici, sempre molto pratici, ritengono invece che tutto nasca da delle reazioni chimiche che si sviluppano nel nostro cervello quando incontriamo alcune persone (e con alcune invece no). Ma, ad oggi, annus domini 2022, ancora nessuno è riuscito a dare una risposta definitiva a questa domanda, e sono sicuro, che se dovessi chiederlo ad ognuno di voi giunto su questo blog a leggere le mie parole, ebbene ognuno di voi mi darebbe una risposta diversa, ma tutte altrettanto valide. Non esiste giusto o sbagliato quando c’è da giustificare un innamoramento. Ognuno trova le risposte a modo suo, e molti, a dire il vero, nemmeno le trovano, e va bene anche così. perché infatti dovremmo ostinarci a giustificare e motivare un sentimento innato, cosi vicino agli istinti primordiali che abbiamo conservato in millenni di evoluzione della specie umana.

Un libro

Ultimamente mi è capitato di leggere il libro prima citato. Le parole mi hanno molto colpito perché l’autore, in poche righe, è riuscito a “catalogare” miliardi di possibile cause dell’innamoramento in poche semplici categorie. Una lettura che, non vi nascondo, mi è stata molto utile per capire anche quegli innamoramenti che mi riguardano da vicino, i miei o quelli di quelle donne che hanno condiviso o condividono pezzi di strada con me. Capire infatti perché è nato un amore torna utilissimo. È utile quando si sta ancora insieme perché, se conosciamo i motivi che ci ha avvicinati al nostro partner saremo meglio in grado di soddisfare le sue esigenze, tenendolo/a così vicino a noi il più a lungo possibile. Ma, sembra strano a dirsi, capire i motivi dell’innamoramento può tornare tante volte utile anche per capire quando e perché un amore è finito. Sì perché quando una storia muore si è spesso portati ad un eccesso di autocritica, ci si sente colpevoli, inadatti. Alcune volte si cade addirittura in profonde crisi depressive. Eppure tante volte una storia finisce per dinamiche esterne alla coppia, magari insite in uno dei due, ereditate dall’infanzia o dalle storie passate, ma comunque terribilmente attuali. Ora, non posso concludere questo post senza rispondere ad un domanda fondamentale che forse, anche voi, indirettamente, mi state ponendo: ed io, Roberto Maggio, perché mi innamoro?

Ed io?

Ebbene una premessa che va assolutamente fatta prima di rispondere a questa domanda è che i motivi che mi possono spingere oggi sono diversi a quelli che ho potuto avere a 20, a 30 o a 40 anni. Diversi sono stati i motivi perché il Roberto di oggi è una persona completamente diversa da quella di ieri, e probabilmente da quella di domani. Non esistono dunque risposte standard, ad personam, ma piuttosto “per aetate”. Oggi la mia risposta sarebbe questa, “mi innamoro perché voglio ancora stupirmi”. Non lo faccio per un bisogno di compagnia, o per evitare la solitudine. Non lo faccio per apparire o appagare. Non lo faccio perché se no sembrerei uno sfigato. Mi innamoro perché dopo una vita così piena di esperienze e di soddisfazioni su tutti i fronti possibili, oggi sento che l’amore rimane ancora quel fronte in grado di sparigliare le carte delle mie certezze, delle mie convinzioni. L’amore riesce a scalfire la mia atavica calma regalandomi ricche dosi di ansia, alternate ad oceani di piacere. Si potrebbe quasi riassumere che innamorarmi mi aiuta a sentirmi ancora vivo, ma non sarebbe del tutto corretto. Il ragionamento è più fine ed attiene proprio ad un mio bisogno innato, quello del bambino diventato poi adulto che però ha conservato dentro di se quell’anelito allo stupore, quello che da piccolo mi faceva rimanere a bocca aperta davanti a un gioco nuovo, quello che ora mi tiene sveglio fino a notte fonda in infinite chat. L’innamoramento per me è una quotidiana fonte di stupore in grado di dare alle mie giornate ogni volta un senso diverso, un marchio in grado di differenziare l’oggi dal domani, sempre. Ho un incredibile bisogno di quello stupore che l’innamorarmi mi da e non avrei saputo immaginare la mia vita senza. Ho passato i miei anni a girare il mondo fotografando, dietro la mia mirrorless, le più incredibili opere della natura e dell’arte sui 5 continenti, ed avvertendo spesso la presenza, dietro queste opere, di qualcosa più grande di noi, ma in grado di dare senso alle piccole cose in noi. E innamorandomi, non ho fatto altro che ospitare dentro di me quella presenza, quella grandezza. Innamorandomi ho dato senso al tempo, ho dato senso a quanto facevo e, cosa più strana, ho dato senso anche alla noia. Oggi, guardandomi indietro, posso dire che sarei in grado di scrivere il resto della mia vita senza i soldi, il lavoro, il benessere e le proprietà che ho fin qui accumulato. Sarei in grado di vedermi senza tanti fedeli compagni di viaggio che mi sono stati sempre vicino. Sarei forse in grado di vedermi anche senza di loro. Ma non sarei in grado di immaginare un solo giorno del mio futuro senza, almeno, la prospettiva di quell’amore che fin qui m’ha spinto, alle volte con rabbia alle volte con dolcezza, ma sempre con grande forza, un fuoco sempre acceso, senza fine.