Motion blur
Vi ricordate le prime cartoline a colori, direi prime anni 80, in cui si vedevano le città americane con le luci sfavillanti delle auto che, nella foto, creavano lunghe scie? Ebbene, dai lontani anni 80 questo effetto fotografico chissà quante volte ci è capitato di vederle e, magari, qualche volta, abbiamo anche cercato di imitare tale effetto. Di quale effetto parliamo? Del “motion blur”: in italiano si tradurrebbe in sfocato in movimento ma, siccome non mi piace come traduzione, preferisco mantenere la terminologia inglese originale. Ma come si ottiene l’effetto motion blur? In questa guida mi propongo di darci 5 consigli per realizzarlo nei vostri scatti senza ricorrere ad app o programmi di post elaborazione.
Velocità dell'ottorutatore
Inutile dire che l’elemento maggiormente impattato quando si parla di foto con effetto motion blur è proprio la velocità dell’otturatore che altro non è che un numero (una frazione in realtà) che indica la quantità di tempo in cui l’otturatore è aperto per catturare l’immagine. Come nelle immagini ad alta velocità di cui abbiamo parlato a href="https://robertomaggio.it/it/what-is-it-high-speed-photography/" target="_self" rel="noreferrer noopener">qui era necessario avere velocità di otturatore bassissime, nel motion blur, che è esattamente il contrario, ce ne servono di alte. Ora so già che vi starete chiedendo quale sia una buona velocità di otturatore per avere delle foto con motion blur. Questa volta mi trovate “parzialmente” impreparato nel senso che non mi viene in mente una velocità media passabile per tutte le situazioni; l’effetto scia infatti dipende tanto dalla velocità del soggetto. Se infatti state riprendendo un’auto in movimento allora avrete bisogno di una velocità di otturatore più alta rispetto al caso in cui volete creare una scia da una candela portata a mano da un pedone. Sperimentate.
Aprire con cautela
Uno dei problemi in cui, facilmente, incorrerete “rincorrendo” l’effetto motion blur sarà quello di avere foto sovraesposte. Dovrete quindi far mente locale su come ridurre o almeno controllare la quantità di luce che arriva nella vostra reflex. Un consiglio che mi sento di darvi rispetto a questo problema è quello di restringere l’apertura focale; minore sarà l’apertura meno luce finirà per colpire il vostro sensore.
Abbassare gli ISO
È probabile che anche seguendo i consigli sin qui forniti non sarete forse in grado di ottenere l’effetto blur come lo avete visto nelle foto realizzate dai professionisti del settore. È quindi arrivato il momento per me di darvi una terza dritta che potrebbe tornarvi molto utile quando siete in campo che è quella di diminuire gli ISO. Avere ISO alti significa avere un sensore molto sensibile, mentre andare troppo al risparmio porterebbe ad sotto esposizione. Il mio consiglio è, quando la vostra camera lo permette, di configurare manualmente i vostri ISO partendo da un valore target di 100. Da qui in poi provate a scendere facendo di volta in volta delle foto. È molto probabile che a un certo punto della vostra discesa dovrete fermarvi, per limiti tecnici imposti dalla vostra stessa fotocamera, ad esempio a 50 ISO. L’idea è di provare di volta e vedere a quale quantità di ISO riuscite a ottenere l’effetto programmato o sperato.
Stabilizzate la fotocamera
Ve l’ho già scritto e ve lo ripeto. Se pensate di fare tutti i fotografi stile passerella di moda anni 80 che facevano anche le capriole mentre scattavano foto ed ottenere così effetti pregevoli siete proprio fuori strada. Tanto più se si parla di effetti particolari come quello del blur. Se volete avere risultati ottimali non dovete solo stabilizzare la vostra fotocamera, dovete proprio bloccarla! Come? Beh la via più semplice è quella di utilizzare un treppiede. Se non è disponibile potete provare ad appoggiare la fotocamera su un elemento molto stabile come un tavolo o il pavimento. Altra cosa: non premete voi sull’otturatore. Utilizzate o sistemi di controllo remoto dello shutter o al limite, se la vostra fotocamera non supporta tale tecnologia, impostate un autoscatto.
Chi si muove?
Al punto appena descritto c’è un eccezione. Ovvero esistono delle situazioni in cui a muoversi non è il soggetto ma la macchina fotografica stessa. È questa una tecnica che vi riporto giusto a titolo di curiosità perché difficilmente riuscirete a sfruttarla. In cosa consiste? Innanzitutto diciamo che è un tecnica che NON si usa quando il soggetto si muove velocemente. Potrebbe essere al contrario utilizzata, ad esempio, per fotografare una candela cinese che si erge verso il cielo notturno: un soggetto che ha due caratteristiche particolari ovvero una scarsa velocità ed uno sfondo uniforme e scuro. Al contrario non provate ad ottenere il motion blur muovendo la vostra macchina fotografica perché, nel 90% dei casi finirete per avere l’effetto sfocato non solo sul soggetto in movimento ma anche sul tutto il resto.