Si dice che gli alberi ogni anno aumentino il numero di anelli che compongono il loro tronco, diventando così sempre più grandi e sempre più forti. E noi umani? Beh per noi il discorso è un po’ diverso perché ogni anno porta con sé cose buone e brutte, insegnamenti e rimpianti, cadute e sconfitte, ma non è detto che tutte poi abbiano per forza una loro utilità. Io dal canto mio, nel tentativo di fare in modo che tutto ciò che ho vissuto in questo 2022 che volge al termine possa tornarmi utile non solo per l’anno prossimo ma anche per tutti gli altri a venire ho deciso di prendere, seppur virtualmente, carta e penna, e mettermi a scrivere le lezioni che sento di aver appreso dal 2022. E di condividerle con chi ha la ventura di leggere questo blog. Saranno sicuramente utili per me, spero lo saranno anche per voi. Ma cominciamo…
1) Gli esseri umani non imparano mai. Abbiamo sempre pensato che l’evoluzione umana fosse una curva in continua salita dove l’uomo di oggi è quello di ieri con qualche lezione in più imparata nel frattempo, ma non è così. Le notizie allucinanti che arrivano da fronti come quello Ucraino fanno cadere tutti i miei miti sull’evoluzionismo. L’uomo è un animale incapace di imparare. È un animale in grado di ripetere gli errori più gravi, anche quelli del passato più recente. L’uomo è un animale… Punto… La frase sta già bene così
2) La vita non ha il pulsante pausa. Ci sono stati momenti di quest’anno in cui davvero mi sarebbe piaciuto fermare il nastro della mia esistenza, metterlo in pausa, magari giusto il tempo di ricaricare le forze o ricalibrare i pensieri. Ma non funziona così. Giusto o sbagliato che sia le cose vanno avanti anche quando ci sentiamo a terra. All’inizio è una considerazione frustrante da fare, ma poi ci si rende conto che questo panta rei universale ha degli effetti benefici su di noi poiché proprio perché non ci è dato di mettere in pausa la vita, siamo costretti ogni giorno a scendere dal nostro letto e salire sul palco della nostra esistenza per recitare la nostra parte. Alle volte è dura, alle volte proprio non ne avresti voglia, ma questo meccanismo coercitivo, ho scoperto, ha la sua efficacia nel tirarci su e riprenderci.
3) Bisogna ascoltare tutti ma decidere da soli. Forse in pochi anni passati come in questo 2022 sono stato riempito di consigli. Ne ho ricevuti di ogni… E so che, nella maggior parte dei casi, mi sono stati dati come espressione di una qualche forma affettiva. I famosi consigli dati per “il bene di una persona”. Ebbene ho imparato che, con pazienza e rispetto, se una persona che tiene a noi ci da un consiglio abbiamo sempre il sacrosanto dovere di ascoltarlo, ma non per questo di seguirlo.
4) E qui, ricollegandosi al punto precedente, viene un’altra delle cose imparate nel 2022 ovvero che un consiglio a fin di bene può comunque non rappresentare davvero il nostro bene, ed essere sbagliato per noi. Non è semplice scegliere A quando tutto il resto del mondo ci indica B, specie quando nel resto del mondo ci sono i nostri affetti. Ma è così. Il nostro bene, il proprio bene, rappresenta un obiettivo sfuggente che anche chi ci è molto vicino spesso non riesce a comprendere perché tende a confondere la propria idea di bene con quella nostra. E le due cose non sempre coincidono. Ecco quindi, lezione imparato, che un consiglio a fin di bene alle volte può invece portarci su una strada che non è quella che conduce alla nostra felicità.
5) La ricchezza non si misura con gli zeri del conto corrente ma coi timbri sul nostro passaporto. Amsterdam, Marrakech, Parigi, Maldive, Dubai, Grecia, Italia, Bulgaria: queste sono solo alcune delle destinazioni di questo mio 2022. Un anno in cui ancora una volta mi sono reso conto che il principale privilegio del mio benessere economico non è nelle auto o nei vestiti firmati che indosso ma nella straordinarietà degli incontri che mi permette di avere in giro per il mondo. Non a caso il motto del mio sito, ma un po’ di tutta questa mia vita degli ultimi anni è “viaggio dunque sono”.
6) I sentimenti pesano secondo i sorrisi e le lacrime che ti provocano, non in base all’età in cui vengono vissuti. Insomma, questo 2022 mi ha spiegato per filo e per segno, che il vecchio adagio per cui certe cose accadono solo a vent’anni è una grande stronzata. La vita ti sorprende sempre e smette di farlo solo quando tu le chiudi le porte in faccia, le famose porte del cuore. Sguardi e profumi non smettono mai di colpirti, di creare situazioni interessanti, speranze e aspettative. Che poi si realizzino o meno poco conta, il bello sta nel viverle nel momento stesso in cui si generano e, questo 2022, mi ha insegnato che non voglio smetterlo di farlo.
7) La fotografia è come una parente, rimane tale anche se non la si frequenta. Quest’anno non ho fotografato molto rispetto agli anni passati, eppure non sento di aver perso un grammo della mia passione per questa arte. Una passione che ho coltivato nei pochi scatti fatti, nella ricerca e nello studio di nuove tecniche ed attrezzature. Una passione che esplode letteralmente ogni volta, che capiti anche solo una volta l’anno non è importante, che prendo la mia mirrorless e inizio a guardare il mondo attraverso il suo obiettivo. In quel momento la macchina fotografica sostituisce i miei occhi e, in qualche modo, mi aiuta non solo a vedere il mondo sotto una luce diversa ma anche a creare un mondo parallelo, un metaverso personale, in cui luci e colori sono dominati dai miei pensieri, e le forme sono l’esatta raffigurazione dei miei desideri.
8) La serenità non è un frutto spontaneo della vita. Quest’anno ho letto tanto. Ho letto soprattutto molti blog e libri che trattano, secondo prospettive diverse i temi della felicità, della serenità e del pensiero umano. Sento di avere oggi un bagaglio culturale in tal senso, molto più pesante di quello che avevo un anno fa, e ciò mi aiuta a vivere più centrato il mio presente. La lezione più importante che ho imparato da queste letture è che, tranne per pochi privilegiati, la serenità un frutto che ognuno di noi, per viverlo, deve coltivare seguendo precise pratiche e regole e di vita. Che arrivi da sola è una pia illusione. Non so dire quanto, di ciò che ho imparato, sia diventato parte integrante del mio modo di essere e pensare, ma so per certo che sono “in cammino” verso questo obiettivo e già questo, per il momento, mi basta.
9) Non giudicare. Platone diceva: “Sii gentile, perché ogni persona che incontri sta già combattendo una dura battaglia”. Io, se Platone me lo permette, vorrei cambiare leggermente questa frase e dire: “Non giudicare, perché ogni persona che incontri sta già combattendo una dura battaglia”. Conosciamo così poco dei fantasmi interiori delle persone che pensiamo di conoscere bene (figuriamoci degli estranei che “scorriamo” su Instagram) che non potremo mai comprendere fino in fondo le loro scelte, i loro comportamenti. Anche i più insensati. Ma proprio per questo non possiamo permetterci di giudicarli. Dovremmo invece sforzarci di ascoltare di più gli altri fino a comprendere che la parte più dura di un qualsiasi rapporto (amore, amicizia, parentela o altro) si implementa nel momento stesso in cui le scelte dell’altro vanno contro i nostri stessi interessi. E’ proprio in quel momento, nell’accettarle, che si realizza in forma plastica la versione più pura del rispetto e della tolleranza, due concetti che siamo (quasi) tutti bravi ad applicare in ambito sociale pur di non apparire politicamente scorretti, ma che siamo (quasi) sempre incapaci di applicare nelle nostre vite e con chi ci è vicino.
10) Il cuore non sbaglia mai. Non importa quanto tempo ci metterà, secondo quali percorsi tortuosi, quanta sofferenza potrà comportare: statene certi che il cuore sarà davvero l’unica bussola possibile a cui affidare le scelte più importanti. Lui e solo lui sa cosa davvero volete e vi indirizzerà verso quell’obiettivo. E se avete un cuore forte come il mio lo farà anche quando tutti vi inviteranno a lasciar perdere, a cambiare strada. Lo farà quando tutto sembrerà perso. Lo farà quando tutto sembrerebbe indirizzarci verso orizzonti diversi. Il cuore non lo farà, il cuore conosce la sua strada. E non ha bisogno di gps, di bussole, di comete o di stelle polari. Il cuore saprà sempre tornare verso la sua metà (e qui torna Platone), seguendo percorsi suoi, come quegli animali che ogni anno tornano verso i loro nidi per riprodursi. Perché e come ciò accada non è dato saperlo, ma chi se ne frega dopo tutto. È un miracolo che ciò accada e dobbiamo solo imparare a godercelo.