Regina del Glamour
All’inizio era solo la piccola Beth. Una tra le tante bocche da sfamare in un orfanotrofio degli anni 50; abbiamo imparato a conoscere il suo carattere introverso attraversato da sottili fili di genialità.
Da subito, insieme a Beth abbiamo imparato a conoscere e ri-conoscere, anche quegli ambienti fatti di impetuosa penombra in cui si svolge almeno il 90% delle scene della serie Tv Netflix
Una serie in cui assistiamo a come Beth, da bruco, che si aggirava notte tempo per i piani bassi dell’orfanotrofio, dove aveva occasione di apprendere i primi rudimenti degli scacchi dal custode Shaibel, si trasforma in una farfalla che splende di luce propria.

Una farfalla
Lo fa nella storia della serie, in cui vengono mostrate sfide, vittorie e sconfitte sui tavoli di scacchi dei tornei più rinomati; ma Beth, nel frattempo diventata una giovane donna, splende molto più nella sua dimensione di personaggio glamour benché mutuato dalla fiction.
Un personaggio che, abbandonati grazie ai soldi e al successo, gli stracci indossati durante gli anni dell’infanzia trascorsi in orfanotrofio, ora vive di viaggi in prima classe in aereo, hotel rinomati e abiti, tanti abiti, il meglio degli abiti degli anni 50 e 60.
Ora Beth è diventata un personaggio a tutto tondo, così popolare in tutto il mondo dall’essere diventata una icona di stile a cui guardano con ammirazione ventenni, trentenni e quarantenni.
Un personaggio, benché immaginario di successo.

Il segreto del successo
Ma quali sono stati gli ingredienti di un tale successo? C’è chi azzarda a dare “la colpa” alla trama della serie, senz’altro avvincente ma che, almeno nella mi esperienza, non è il motivo che mi fa stare incollato al tablet a gustarmela puntata dopo puntata e stagione dopo stagione.
Credo di poter affermare, anche per quella che è la mia conoscenza della materia, che uno degli elementi chiave della serie tv “La Regina degli Scacchi” sia la cura maniacale del prodotto “immagine” o, come si dice in gergo cinematografico, della fotografia.
Un capolavoro, che non ha bisogno di elettronica ed effetti speciali per esplodere; è “ Non ho altre parole per riuscire a definire quel mix di luci o ombre che, abbinate al trucco e (come detto) all’abbigliamento scelto per il personaggi di Beth portano ad un dettato che affascina, che prende, a prescindere da quello che poi realmente accade al personaggio stesso. Mi sono ritrovato a guardare intere puntate di cui non ricordavo nulla di cosa Beth avesse detto o fatto ma di cui sono ancora oggi perfettamente in grado di ricreare a memoria nella mia mente la fotografia utilizzata.

Nella foto che ho inserito in questo post potrete osservare un fotogramma emblematico di quella raffinata lavorazione dell’immagine che sottintende a tutto il racconto de “La Regina degli Scacchi”.
Una serie destinata a far scuola e di cui, sono sicuro, tra vent’anni, ricorderemo più facilmente, le luci, le ombre e i colori di cui sopra e non le mirabolanti sfide affrontate dalla giovane protagonista, sul tavolo da scacchi come sul tavolo della vita.