Foto del mese - Febbraio 2022
E’ ormai quasi un anno che, su questo blog, mi diletto a indicare quella che secondo me, è la foto del mese. Si tratta sempre di scatti NON realizzati dal sottoscritto. Alcuni li vedo sulle riviste online specializzate in fotografia, altri invece su siti di e-news o sui social. Quelle che mi convincono, quelle che, dal mio punto di vista, davvero rappresentano “il mondo” nel mese in questione, ecco, quelle diventano le foto del mese.
Ci sono mesi, come questo, in cui poi avrei fatto volentieri a meno di scegliere la foto del mese. Siamo a Marzo, e come ricorderete se seguite questo blog, la foto fa riferimento sempre al mese precedente, e quindi in questo caso a Febbraio.
Una scelta "semplice"
Ecco quindi che, dovendo scegliere la foto del mese per Febbraio 2022, non ho dovuto metterci troppo nel decidere “a cosa guardare”. È evidente infatti che il dramma della guerra in Ucraina rappresenti il centro del mondo in questo preciso momento ed è giusto scegliere dentro questo dramma la foto o le foto che, in futuro, meglio potranno descrivere questo mese tremendo.
Ho provato a fare una breve ricerca su Google e, come potrete sperimentare anche voi, mi sono tornate indietro milioni di immagini terribili che arrivano dalle devastazioni di Kiev e dintorni. Così tante che sceglierne una mi è sembrata quasi un gioco macabro. Tuttavia so bene, sappiamo bene, quanto le immagini abbiano anche un “dovere” di raccontare oltre che una capacità. Ed è quindi giusto che esistano e resistano su internet tali immagini. In modo da poter raccontare domani, quello che sta accadendo oggi.
Quale foto scegliere? Armi, soldati, palazzi distrutti, morti per strada? Non proprio, o almeno non per me. La foto che mi ha più colpito è quella che trovate qui sotto. È stata scattata nella metropolitana di Kiev e rappresenta una mamma mentre si prende cura del figlio, evidentemente infreddolito, con cappotti e coperte prese in tutta fretta da casa. Molto probabilmente vi sarà capitato di trovare questa foto su qualche quotidiano online. Credo che, nel scegliere questa foto, più che il fotografo che è in me, sia il padre che è in me.

Quel bambino
Quel bambino (o bambina) è figlio di tutti noi. E, guardandolo, tutti noi vorremmo rassicurarlo, scaldarlo; cosa che peraltro la mamma cerca di fare, con quello che può. E nelle mancanze di quel bambino, ovvero in quello che gli manca, ci sta tutta la nostra responsabilità come adulti. Ben inteso: non sono di quelli che pensano che le responsabilità siano collettive, nel senso che le responsabilità di questa guerra appartengono unicamente a chi muove quegli eserciti, e a nessun altro. Ma da padre, guardando quella foto, non posso comunque non sentirmi responsabile verso quel bambino come verso tutti i 130 minori che (alla data del 28 Marzo 2022) risultano essere caduti durante questa guerra.
Se, come spesso si dice, la guerra uccide spesso vittime innocenti, i bambini sono di certo i più innocenti tra gli innocenti. Così innocenti da non sapere nemmeno bene, in fondo, cosa sia la guerra. Così innocenti da non capire che le armi non sono gli innocui giocattoli con cui sono abituati a giocare. Così innocenti da scambiare, spesso, per giocattoli, i resti di ordigni inesplosi rimasti per le strade bombardate.
Noi dobbiamo...
Dobbiamo difenderli questi figli, che non sono nostri figli in senso stretto, ma lo sono in senso lato, come essere umani. Abbiamo una grande responsabilità oggi nella risposta solidale che siamo in grado di produrre verso di loro e domani nella ricostruzione e nella definizione della ricostruzione che certamente verrà.
Lo dobbiamo a loro nella stessa misura in cui lo dovremmo ai nostri figli.