I manipolatori
“Se qualcuno cerca di farti sentire inappropriato, non dargli retta, perché non fa altro che proiettare su di te quello che lui vede di se stesso”
A. Randisi
Siccome nel corso del tempo, ma ne avrei fatto volentieri a meno, mi è capitato più volte di cadere nella rete dei manipolatori, ho cercato (un po’ per sopravvivenza un po’ a mo’ di prevenzione) di stilarmi una sorta di check list per capire se la persona che mi trovo di fronte è un manipolatore oppure no, una check list che ora vado a condividere con voi sperando che quella che è stata la mia esperienza, per quanto ovviamente limitata e personale, possa essere utile a qualcun altro. Vado quindi ad elencarvi quei segni, o meglio sarebbe dire, quegli strumenti espressivi, tipici della persona che cerca di manipolarvi. C’è un “però” che è giusto preannunciarvi, ovvero che molto spesso la difficoltà nel leggere questi segni distintivi nasce dal fatto che il manipolatore o la manipolatrice è una persona a noi vicina: un famigliare, un partner, un collega. Questo rende tutto più complicato perché inconsciamente siamo abituati a dare a queste persone un’aurea positiva, ci fidiamo di loro, e ciò ritarda di parecchio i tempi che ci servono per capire che sì, lui o lei, sono dei manipolatori belli e buoni.
Ma cominciamo
Falsi amici
Una delle tecniche usate dai manipolatori, forse la prima in assoluto a cui poi seguono tutte le altre è quella di fingere empatia con noi, il tipico “ti capisco”. Sono bravissimi a travestirsi dal miglior partner del mondo, o dal fratello che non hai mai avuto; la persona che ti aiuterà per il resto della vita senza chiederti nulla in cambio. Stronzate! Il manipolatore ti starà a fianco fino a quando le tue azioni corrisponderanno ai suoi interessi. E non appena le due linee inizieranno a divergere utilizzerà tutta una serie di strumenti coercitivi della tua conoscenza che vi andrò ad elencare nei prossimi paragrafi di questo post, per convincervi a fare quello che vuole, convincendovi che in realtà quello è meglio anche per voi.
Vittimismo
Un altro segno distintivo di chi vuole manipolarvi è il suo porsi come vittima. È vittima della sua infanzia, è vittima dei suoi ex, è vittima del suo lavoro, è una vostra vittima: il suo obiettivo, ad di là del percorso usato, è quindi quello di farvi credere che tra voi e lui o lei, è il manipolatore che si trova in una situazione di debolezza. E quando abbiamo di fronte una persona che riteniamo essere vittima di qualcosa o qualcuno, inconsciamente partono in noi processi di empatizzazione come l’accondiscendenza, processi che non sono altro che il terreno ideale in cui il manipolatore sarà libero di muoversi dentro la nostra emotività, facendo quello che gli pare senza doverne mai rispondere perché, come detto, per definizione, lui o lei sono in realtà vittime di un universo cattivo. Quando siamo di fronte ad una vittima ci ammorbidiamo, sotterriamo alcuni strumenti di autodifesa e siamo quindi più facilmente attaccabili.
Sarcasmo
Quando non fanno le vittime i manipolatori, al contrario, usano il sarcasmo per ammansire le loro vittime. Un sarcasmo che si articola di risposte e affermazioni verso di noi volte a sminuire quello che diciamo, banalizzarlo, innescando così un altro processo emotivo quello della disistima verso se stessi. È chiaro infatti che per il manipolatore è meglio avere di fronte una vittima (in questo caso reale) con poca autostima, e quindi meno attrezzato nel sapergli tener testa, e non una persona (come si suole dire) con le palle!
Serpenti ammaliatori
Avete presente quei serpenti indiani che ballano al suono del flauto di un fachiro e con il loro movimento elegante sono in grado di ipnotizzarvi? Ecco, i manipolatori sono esattamente come quei serpenti, tanto velenosi quanto spietati ammaliatori. Non ho mai conosciuto, per dire, un manipolatore o una manipolatrice che fosse privo di fascino: non devono per forza esser belli, ma sono affascinanti. Conquistano parecchio e facilmente. Sanno esprimersi molto bene, hanno un ottimo eloquio, ricco e forbito, sanno (come detto prima) piegarti col sarcasmo o solleticarti con sottili giochi di parole; sono dei veri e propri conquistatori (e di solito, infatti, i manipolatori sono anche dei partner seriali incalliti). Ti ammaliano, sempre come detto prima, perché tu possa ammorbidirti, abbassare le difese immunitarie della tua dignità, e diventare così facilmente corruttibile da parte loro.
Minacce
Un altro strumento tipico, forse il più complesso da rilevare, dei manipolatori, è quello delle minacce. Attenzione: si parla di minacce molto sottili, non corporee o violente. Sono piccole come i denti di un piranha ma altrettanto taglienti ed in grado di ferire la loro preda convincendolo a fare quello che vogliono. Spesso sono minacce che partono dall’intenzione di innestare nella loro preda un senso di colpa. Oppure utilizzano minacce da “fine del mondo”, tipo “non fare questo perché poi chissà che succede”. E poi non succede mai nulla; ma intanto la minaccia è bastata a bloccare la preda, come il veleno di un serpente che immobilizza la sua vittima in modo che poi se la possa mangiare con estrema calma.