Il disturbo borderline di personalità
Questo è un blog di fotografia ma, nel corso del tempo, si è sempre più trasformato in un blog personale nel senso più stretto del termine, un luogo aperto dove poter esprimere pensieri e sensazioni in me dominanti in un certo momento con l’obiettivo di condividerle con chi ha tempo e voglia di leggerle. È un po come sdraiarsi sul lettino dello psicologo ed iniziare a tirar fuori i propri drammi o le proprie gioie in alcuni casi, ma con la differenza che lo sfogo non avviene di fronte a una persona reale ma di fronte ad un pubblico immaginario, ma non per questo meno partecipe. L’idea di fondo infatti è che quasi sempre è possibile ritrovare nelle vite degli altri quello che ci sta accadendo e che, alle volte, ci da la sensazione di essere un “unicum” a livello universale. Su queste basi oggi voglio parlarvi di un disturbo psicologico ormai molto diffuso ai giorni nostri, si parla addirittura di quasi il 5% della popolazione mondiale, che in qualche modo è entrato a far parte della mia vita. Accade infatti che alle volte ti metta di fronte ad un malattia o un malessere, come dir si voglia, anche quando non sei tu che lo vivi in prima persona ma è magari qualcuno vicino a te che lo sta vivendo. Sono situazioni in cui, per certi versi, anche tu finisci per ammalarti o per vivere, in qualche modo, quel disturbo. Quasi che i problemi della psiche siano in qualche modo virali, come un raffreddore o un herpes. In effetti una qualche similitudine con queste infezioni c’è, ovvero che, un po’ come l’herpes e il raffreddore di cui sopra, tendiamo a “infettarci” di disturbi della persona a partire dalle persone a noi più care e vicine. Ebbene il disturbo di cui vi voglio scrivere oggi è il disturbo borderline di personalità: è un disturbo che attiene evidentemente alla salute mentale e influisce sul modo in cui una persona pensa e sente se stessa e gli altri. Include quindi problemi di immagine di sé, difficoltà a gestire le emozioni e il comportamento e un modello di relazioni instabili.

Sintomi del disturbo borderline della personalità
Secondo le categorizzazioni che fanno medici e psicologi si parla di disturbo borderline della personalità quando coesistono cinque o più di questi sintomi / manifestazioni: 1) Un'intensa paura dell'abbandono, reale o immaginario 2) Un modello di relazioni intense e instabili, come idealizzare qualcuno per un momento e poi credere improvvisamente che la persona non gli importi abbastanza 3) Cambiamenti nell'identità di sé e nell'immagine di sé 4) Periodi di stress e perdita di contatto con la realtà, di pochi minuti a poche ore 5) Comportamenti impulsivi e rischiosi quali abbuffate o l'abuso di droghe, o anche il sabotare il proprio successo abbandonando improvvisamente un buon lavoro o ponendo fine a una relazione positiva 6) Minacce o comportamenti suicidi o autolesionismo 7) Sbalzi d'umore che durano da poche ore a pochi giorni 8) Sentimenti di vuoto 9) Rabbia inappropriata e intensa 10) Tendenza ad assumere abitudini ed atteggiamenti sessualmente promiscui

Cause del disturbo borderline di personalità
Ad oggi i ricercatori non sono sicuri di cosa esattamente causi il disturbo borderline di personalità, ma gli studi suggeriscono che fattori genetici, ambientali e sociali possono aumentare il rischio di svilupparlo quali: • Storia familiare • Struttura e funzione del cervello • Fattori ambientali, culturali e sociali.

Il disturbo borderline di personalità è curabile?
Il disturbo borderline di personalità (BPD) può essere trattato. Molte persone con BPD gestiscono la condizione e conducono vite appaganti. Ma un trattamento efficace richiede tempo, pazienza e impegno. Molti tipi di psicoterapia possono aiutarti a gestire la BPD quali ad esempio la terapia comportamentale dialettica (DBT) o una terapia cognitivo comportamentale (CBT). Attraverso diverse sessioni si impara a gestire le emozioni, riconoscere e modificare i comportamenti indesiderati e acquisire una nuova prospettiva. Può inoltre essere necessaria l’assunzione di farmaci per trattare i sintomi della BPD. I farmaci possono aiutare con l'ansia e la depressione, regolare gli sbalzi d'umore o aiutarti a controllare il comportamento impulsivo. I farmaci antipsicotici aiutano alcune persone con BPD. Una brutta e una buona notizia La brutta notizia è che non c'è modo di prevenire il disturbo borderline di personalità (BPD). La BPD è spesso ereditata (trasmessa attraverso le famiglie). La buona è che il più delle volte, i sintomi del disturbo borderline di personalità diminuiscono gradualmente con l'età. I sintomi di alcune persone scompaiono nei loro 40 anni.
Come comportarsi con una persona con disturbo borderline della personalità
Ci sono delle linee guida a riguardano come ad esempio quella di imporre dei limiti, di prendere sul serio le minacce, di migliorare la comunicazione e, cosa più importante, di prendersi cura di se stessi perché si sarà sottoposti a fortissimi stress nel corso del tempo. Ed è qui, su questo preciso punto che, dal mio punto di vista, cade ogni possibile teoria sui disturbi borderline della personalità ed inizia la pratica, quella su cui non c’è libro che possa aiutarti. Perché se da una parte ci sono i consigli e le regole che, giustamente, medici e psicologici offrono a chi si trova a vivere vicino (o almeno provarci) ad una persona con disturbo borderline della personalità, dall’altra poi ci sono i sentimenti che complicano sempre tutto e, volendo usare una metafora fotografica, ci impediscono di mettere a fuoco il problema. C’è infatti un forte carico di sofferenza unito ad una incredibile sensazione di impotenza nel veder soffrire un nostro caro di questi disturbi ed accade spesso che noi stessi, seppur teoricamente sani, non siamo del tutto in grado di comprendere la malattia e le sue evoluzioni e finiamo per incolparci, ad esempio, di aver dato poco amore o poche attenzioni alla persona borderline. Non è così ovviamente. È che la malattia rende le cose tremendamente complicate e l’alternanza tra fasi di lucidità a fasi di totale instabilità aumenta il senso di frustrazione perché, proprio quando si pensa di aver raggiunto un equilibrio con la persona malata la vediamo di nuovo scivolare via nei suoi demoni, e noi li, incapaci di comprendere e di aiutare.

La verità
La verità è che di fronte a questi problemi lo sforzo principale che, chi vive vicino a queste persone dovrebbe fare, è quello di accettare sino in fondo la situazione. Non c’è altra strada, e da li lavorare pazientemente, a volte standogli vicino, altre volte standogli lontano, avendo cura che non si facciano del male, che seguano le cure e aspettando che, come dicono i ricercatori, il tempo ne prosciughi pian piano i sintomi. Se avremo avuto forza e pazienza per aspettare li vedremo un giorno rinati, quasi come fossero usciti da un lungo processo di esorcismo che, sicuramente avrà lasciato ferite fuori e dentro ma che, si spera avrà riportato alla vita una persona. Non è facile, alcuni giorni è fottutamente difficile ma se a quella persona ci si tiene davvero al punto da non immaginare diversamente la propria vita se non con lei/lui, con tutti i problemi che ciò comporta, credo, ne valga la pena. “Nobody queues for a flat roller coaster” - “Nessuno fa la fila per delle montagne russe piatte”