Instagram nuoce gravemente alla salute... Come usare i social senza farsi usare da loro

Ogni mattina un Instagrammer si sveglia e sa che dovrà correre più veloce del nuovo algoritmo. Un problema che in parte affligge anche chi, come me, si occupa di blog di fotografia.

I social sono una giungla ormai (questo caso, su tutti, è un esempio lampante in tal senso), avere a che fare con post, hashtag, caption, stories, reel ecc. è diventato un lavoro a tempo pieno.

Guadagnare soldi postando foto e contenuti fa acquolina, non c’è dubbio. Mi sono avvicinato ad Instagram man mano che la mia passione per le foto e il mio seguito aumentavano sempre di più.

Per me, fotografo per passione, un canale dove l’immagine è protagonista calza a pennello, ça va sans dire.

Scorrendo la Home, però, ho notato come le immagini abbiano tutte un minimo comune denominatore: la PERFEZIONE ASSOLUTA.

Vite magnifiche, patinate, lussuose, facili, comode…

E' reale? No.

Lo sanno tutti? Purtroppo no.

Mi sono ritrovato a riflettere sul messaggio veicolato attraverso questi canali e di come viene codificato, soprattutto tra i più giovani o i più sensibili.

Basta poco per convincersi che la nostra vita non sia eccitante e piacevole quanto quella dell’influencer di turno, che non sia la vita “giusta” da condurre ma basta poco per smontare questo meccanismo, ripristinarlo e iniziare un programma DETOX da pixel e hashtag.

Ecco allora un breve compendio di quello che c’è sapere su questo mondo surreale e irreale, il dark side of the web.

DON’T JUDGE A BOOK BY THE COVER

Ormai non è più un segreto: i followers, esseri mitologici (a volte) in grado di far schizzare in alto visualizzazioni e interazioni, non sono sempre tutti reali. Si possono acquistare dei pacchetti di robo-followers e si possono anche organizzare dei gruppi dove ci si accorda per uno scambio: tu segui me, io seguo te, il tuo contenuto è mio, il mio contenuto è tuo (sta a vedere che alla fine il social-ismo era tutto qui!)

Account collettivi, comment pods, insta-luoghi, follow-unfollow, insomma: associazioni a delinquere virtuali, in grado di posizionarci in alto e di ottenere un rapido e indolore successo. Occhio però, chi ci segue è scaltro e se i contenuti non sono all’altezza, cadremo come un castello di carta.

Il duro lavoro e la genuinità pagano, sempre.

Lo sanno tutti? Purtroppo no.

Questa volta, inteso in senso opposto: non giudichiamo la vita degli altri sulla base di ciò che postano sul loro account scintillante.

Tutti vogliamo apparire perfetti e ottenere consensi. La perfezione, ahimè, non esiste e anche questo è ben noto.

Pensiamo davvero che i social siano lo specchio della vita reale?

Ma no! Certo, è ovvio… così come, al di fuori dei social, non è reale nemmeno il nostro comportamento a lavoro o in altri contesti.

Non sempre è falsità, semplicemente bisogna indirizzare le nostre azioni in base alla circostanza e al risultato che vogliamo ottenere e se quel determinato canale lo stiamo utilizzando per lavoro, sarà naturale compiere scelte per posizionarsi in un certo modo.

Non vedrete mai un professore universitario in aula con infradito e canottiera, questo non vuol dire che non abbia un abbigliamento più casual nel suo armadio.

La luna ci mostra sempre lo stesso lato da millenni, sappiamo che esiste una sua “altra” metà, nascosta… eppure la ammiriamo da sempre, incantati.

La vera domanda, dunque, è:

COSA VOGLIAMO DAVVERO DAI SOCIAL?

Se li utilizziamo da meri utenti, come finestra sul mondo, viviamoli con leggerezza. Prendiamo con le pinze quello che viene postato, senza ostinarci a sembrare ciò che non siamo: i veri affetti, le persone che contano nella nostra vita reale, ci ameranno sempre e comunque, senza filtri.

Se invece vogliamo espandere la nostra attività attraverso canali come Instagram o simili, valutiamo anche la possibilità di rivolgerci a esperti del settore che lavorano in maniera deontologicamente impeccabile. Da molto tempo progetto siti integrati con i vari social e aiuto imprese a delocalizzarsi, seguendoli nel loro percorso e credetemi: si possono raggiungere ottimi risultati d’indicizzazione in modo etico, senza stravolgere la nostra personalità.

Seguire le tendenze senza diventarne schiavi, vivere alla moda e non per la moda, orientarci sempre attraverso la nostra bussola interiore e allo stesso tempo acquisire notorietà è possibile: mantenere la propria personalità ed essere naturali, alla lunga, è il miglior investimento, nella vita reale e in quella virtuale.

I “nonni” avevano ragione: la virtù sta nel mezzo.

E per dare ragione ai nonni o sono saggio o sono… saggio!